ITALIAN STORIES | Radici sempre contemporanee
Radici sempre contemporanee
di Cristiana Colli
Ogni vino è una terra, una cantina, una storia. Ogni bottiglia è un messaggio, un desiderio, una promessa. Marchesi Antinori è un hub del valore e dei valori, tra vino, arte cultura e architettura.
Non basterebbero sofisticate infografiche per restituire le influenze secolari, la trama minuziosa, i fili visibili e invisibili che connettono storie, persone, geografie, innovazioni, tracce e sottotracce che uniscono terra territorio e simboli. Sono invece sufficienti poche cifre per definire la permanenza e l’infinito contemporaneo di questa famiglia – viticoltori, ma anche committenti, da seicento anni e ventisei generazioni. Sono numeri da vertigine che impegnano, per dirla con Max Weber la proprietà obbliga. Sorride con gli occhi Alessia Antinori, allure e naturalezza di chi sa che questa lunga storia non è un destino ma un privilegio, un dono da onorare, trasmettere e condividere. Non a caso la sua formazione è legata ai saperi formali della disciplina – laurea in Viticoltura ed Enologia all’Università di Milano – e alla passione profonda per i vitigni autoctoni – corpi botanici irriducibili, identità che trattengono memoria e trasformazioni alchemiche. Il vitigno autoctono è il legame stesso col territorio, riflette la sua profonda autenticità. Quello che più mi corrisponde credo sia il sangiovese, curiosamente un vitigno autoctono in tanti luoghi, confida Alessia.Marchesi Antinori insegna che le radici hanno tanti volti, quello della terra e degli immaginari, dove si materializza l’attitudine alla manipolazione simbolica delle cose umane quando la natura incontra la cultura, i suoi alfabeti, le sue sintassi. La nostra famiglia è committente da secoli – racconta Alessia Antinori. Dal Rinascimento arte e vino sono parti di una stessa storia. In ogni epoca siamo stati contemporanei, ogni tempo è stato per noi il centro di edificazioni condivise con le comunità nel segno di una comune appartenenza. Naturalmente le comunità sono anche quelle temporanee – penso ai visitatori che accogliamo ogni giorno – e il radicamento ai luoghi è un tutt’uno con un’esperienza che comprende ma supera la dimensione del prodotto. È piuttosto uno stile, una pratica che ci appartiene.Te duce proficio – ovvero, la ricerca dell’eccellenza – è il motto apposto sullo stemma della famiglia Antinori, originariamente disegnato dai Della Robbia; un’eccellenza che per secoli si è tradotta nel fare e nell’essere, nella continua elaborazione tra idee e valori, oggetti e paesaggi, luoghi e segni. Con le identità originarie che agiscono da dispositivi di relazione, simboli, icone. Per questo ogni bottiglia, ogni vino con la sua cantina e il suo corredo genetico di unicità, non contiene solo il valore del terroir, ma la ricerca, la cura, i desideri, l’infrastruttura cognitiva del contesto, la comunità, il buon governo. Del resto la Toscana è il paesaggio eletto di quel tempo infinito dove lo sguardo incontra la permanenza nelle strade bianche e nei sentieri, tra edicole votive, filari e superstrade su cui scivolano la grande arte, le vie dei Santi, i cammini devozionali, i borghi e la cultura materiale che piace al mondo.La cantina Antinori nel Chianti Classico a San Casciano in Val di Pesa, località Bargino, poggia sulla punteggiatura di colline che si lasciano attraversare, tra linee sobrie e monumentali – un po' fessure, un po' citazione delle curve di livello; è un opificio antico e contemporaneo dove si rinnova la tradizione dell’accoglienza, il dono del bello e del buono. La cantina è un’architettura visionaria, dove arte, paesaggio e produzione sono stratificazioni e dialoghi tra i materiali e i linguaggi. In questo luogo si lavora, si fa esperienza della cura e della trasformazione continua degli elementi, qui la nostra comunità professionale sviluppa progetti, talenti e conoscenze – racconta Alessia Antinori. L’agricoltura è un mondo meraviglioso ma complesso, qui il turn over è storicamente molto basso, le persone restano perché intercettano un progetto di vita. La cantina Antinori nel Chianti Classico è pensata anche per il nostro capitale umano, come del resto il progetto Antinori Art Project con cui prosegue un atteggiamento di committenza che diventa modalità di relazione quotidiana con l’arte a una scala di prossimità, a una dimensione intima. Per chi lavora e per chi viene in visita. Ogni parte del sito, esterni e interni – dai sotterranei dove si produce, alle scale, ai cavedi, alla bottaia – ha il contrappunto di opere che ci sfidano con le loro interrogazioni, o ci chiedono contemplazione. Comunque e dovunque ci si sposti, si incontra l’arte. L’arte di protagonisti della scena internazionale – Rosa Barba, Yona Friedman, Stefano Arienti, Patrick Tuttofuoco, Tomás Saraceno, Giorgio Andreotta Calò, Diego Perrone, Nicolas Party, Sam Falls, Jorge Peris, Jean-Baptiste Decavèle.In quella factory del contemporaneo tra maestose strutture in calcestruzzo e ammalianti geometrie elicoidali, tutto parla del tempo e della storia, della natura fragile ma irriducibile, tutto è fisico e spirituale insieme. A partire dagli elementi primi – gli alberi e il lavoro degli uomini – che diventano vino, olio, nutrimento – significati, nella sacralità del rito e del convivio. La famiglia – intesa in senso ampio – è il nostro capitale più grande, l’asset più pregiato, il valore che genera valore. L’idea del trust nasce per garantire reputazione e consistenza del prodotto: solo la famiglia e manager coerenti con questa filosofia possono preservare storie che ci appartengono ma chiedono una responsabilità più grande. Solo la famiglia può permettersi di dire, come accaduto, se l’annata di un vino può uscire o meno nel caso in cui la qualità raggiunta non fosse quella desiderata. È la forza di una storia che vede il futuro, alla ricerca dell’altissima qualità senza compromessi. Dalla lunga, infinita parete vetrata che lascia entrare il paesaggio, i pensieri si affollano e si chiariscono. La terra chiede, la terra offre. Chiede radici e cammini, rigore e saggezza; semina dedizione e pazienza. Chiede tempo e cielo. Offre frutti, sapienza e conoscenza; miti valore e vita. Offre approdi.