PHOTO JOURNAL | Dialogo Privato
Dialogo Privato
di Giancarlo Bosio
foto di Giorgio Possenti
Il 2021 segna un momento storico nella lunga strada di Giorgetti. Nel ripensare la nostra comunicazione, abbiamo sentito il bisogno di trovare uno stile alternativo per parlare di prodotto, di qualità, di progetto, ma anche di quello che c’è dietro, sensazioni, attitudini, il senso nel fare alcune cose, scegliere alcune strade.
La campagna 2021 – realizzata a Palazzo Beccaguti Cavriani, a Mantova – inaugura un modo, e anche un gusto, diversi di costruire un catalogo di immagini, perché la collezione di foto che abbiamo scattato quest’anno entra per la prima volta in un Magazine, un nuovo contenitore da condividere con chi avrà il piacere di vedere le cose che noi metteremo insieme.
Il progetto è proprio questo, suscitare un interesse rinnovato raccontando anche le parti nascoste delle nostre scelte. Come la scelta di questa location, il Palazzo cinquecentesco Beccaguti Cavriani, un edificio con una grande storia, esaltata dall’ultimo intervento che ha ripulito le architetture e ne ha messo in evidenza le geometrie perfette. C’è una storia alle spalle, ma c’è anche una volontà di seguire l’evoluzione del modo di fare, di immaginare l’abitazione, l’architettura e l’arte.
Il palazzo e la sua città, Mantova, riflettono il connubio di storia e innovazione, di amore per il passato ma anche di una volontà continua e costante di fare ricerca e mantenersi aggiornati. Godere nel vivere il meglio della nostra era, del nostro momento.
Giorgetti partecipa di questo momento con un salto concettuale che tiene insieme l’oggetto con il progetto, la creatività del singolo prodotto con la costruzione degli spazi, privati e pubblici. Una sorta di appropriazione dei luoghi, una narrazione di storie ambientate che possano suscitare curiosità e interpretazioni, piacere e meraviglia, in un gioco infinito.
L’entrata del Palazzo Beccaguti Cavriani è imponente, solenne. Il cortile – incorniciato da una pilastratura che rievoca l’architettura militare – è uno spazio importante, istituzionale, che abbiamo arredato con prodotti outdoor rivestiti con materiali seri ed eleganti. Questa piccola piazza rinascimentale è in dialogo con un giardino privato, sullo sfondo. L’effetto è quello di un cannocchiale visivo che mette in contatto due ambienti contrapposti e complementari, uno composto, l’altro esuberante.
Giochi di riflessi, tra esterni e interni. Le arcate metafisiche del cortile mettono in comunicazione lo spazio open air con l’ambiente living. Sotto il sole di giugno, l’atmosfera è quasi onirica, sospesa. Il bianco della bella pietra del pavimento e delle facciate suggerisce classicità e decoro. Architettura e design essenziali, puri.
Nella ricostruzione delle ambientazioni abbiamo voluto interpretare l’animo collezionista del proprietario del palazzo, architettando una convivenza tra design e arte attraverso giochi di rimando tra i prodotti di design, le forme architettoniche e le masse di colore delle opere d’arte. È il gioco privato del collezionista, che trova affinità fatte del proprio piacere personale, al di là di somiglianze e concordanze.
La complessa architettura del palazzo offre molti spazi, eterogenei tra loro, diverse traiettorie di atmosfere e modi di abitare. Beccaguti Cavriani, oggi, è abitazione, galleria e studio di architettura – questa convergenza ha creato l’involucro giusto per il nostro racconto.
Nella sala da pranzo, con vista sul giardino, i blocchi di pietra del pavimento e il soffitto a volta riconducono alla storia antica del palazzo, mentre l’arte e il design parlano il linguaggio contemporaneo.
Per purezza e rigore formale sembra una casa quasi istituzionale ma in realtà è un’abitazione dove tutto è fruibile per una vita domestica, e la convivenza tra elementi del passato e attitudine al contemporaneo la rendono un luogo vivo e familiare. L’effetto a cannocchiale, uno dei tratti ricorrenti nel palazzo, è particolarmente suggestivo. Permette scorci di dettagli architettonici preziosi, prospettive e visuali che suggeriscono uno stile di vita in equilibrio tra passato e modernità.
Le sale sono molto grandi – alcune affrescate, antiche e originali, altre contemporanee. L’ecletticità e l’affinità tra oggetti distanti tra loro sono anche i fili conduttori del criterio di selezione delle opere d’arte, così come delle cromie dei tessuti, che esprimono un’apparente discordanza.
La nuova collezione presenta molti oggetti decorativi. Il decor non è fine a se stesso, molte sono le situazioni conviviali, i legami, che accadono intorno agli oggetti ornamentali, capaci di caratterizzare gli ambienti in una maniera forte, immediata, e riscaldare l’atmosfera con una sorta di affettività intima, privata.
Il giardino esterno, quasi un hortus conclusus – una sorta di piccola giungla urbana che vive totalmente di natura – è stato arredato con un outdoor dai tessuti e colori caldi, dinamici, vitali, che offre un’interpretazione speculare all’ambiente outdoor nel cortile.
Giorgio Possenti, milanese, dopo una prima esperienza come fotoreporter di viaggi per le più importanti testate italiane, a metà degli anni ’90 sposta il suo interesse su architettura e design. Produce reportage di interni in tutto il mondo, pubblicati sulle migliori riviste di settore internazionali, tra cui Elle Decoration UK, China e Russia, AD France e Germany, Rum Danmark, Milk Decoration France, Casa Vogue Brasil. Dal 2000 è uno dei principali fotografi di Elle Decor Italia. I suoi lavori sono presenti nei cataloghi Taschen, con cui ha realizzato il libro monografico Living in Sydney, e Gestalten. Collabora con importanti studi internazionali di architettura e design, tra cui Vincent Van Duysen, Arthur Casas, Massimo Adario, Claude Missir, Elisa Ossino, Nicolas Gwanel, Retrouvius, Marmol Radziner, Studio Job.