LAST CALL | Pallone e tulipani
Pallone e tulipani
Bas Meeuws, Tulip Book (#12), 2012.
© 2012 Bas Meeuws. Courtesy l’artista e Per van der Horst Gallery
di Gabriele Romagnoli
Un bambino gioca a pallone da solo. Una cancellata separa il suo cortile dal grande giardino a fianco. Dimostra una decina d’anni, è esile ma determinato. Mentre corre inventa una telecronaca.
“Giordani salta l’avversario e crossa al centro dove Martin calcia in spaccata, ma il portiere Valenti devia in calcio d’angolo…”
Per batterlo solleva la palla con la punta del piede e tira al volo:
“Alto! Sopra la traversa!”
La palla finisce nel giardino oltre la cancellata. Il bambino si siede, sconsolato. Passano nuvole e tempo.
Un uomo appare sullo sfondo, con un paio di cesoie in mano. Il bambino cerca di richiamare la sua attenzione.
“Giardiniere! Signor giardiniere!”
L’uomo non reagisce.
Più forte: “Giardiniereee! Mi ridà il pallone?”
L’uomo prosegue nel lavoro, il bambino continua a urlare la richiesta. Finché da una finestra gli arriva la voce di sua madre:
“Luca, allora? Quanto mi fai sgolare?! Non ti chiamo più! Vieni ch’è tardi!”
Il bambino tace, quando si gira il giardiniere è sparito. Rientra, a capo chino.
Più tardi siede a tavola, apparecchiata per due. La madre gli parla dalla cucina.
“Ti sei divertito in cortile?”
Silenzio.
“Hai finito i compiti?”
Silenzio.
“Vuoi le cotolette o i sofficini?”
Mormora:
“Non ho fame”.
Dalla tasca estrae un santino e la figurina di un calciatore.
Va alla finestra: inizia a piovere. Si ritira nella cameretta e chiude la porta.
Il campanello di casa suona. La madre va ad aprire. Da un cappello calcato sulla testa scendono gocce di pioggia. La mano di un uomo le porge un pallone. Lo riconosce: è quello del figlio.
Dice: “Grazie”.
L’uomo solleva il volto per leggere il labiale. In risposta fa un cenno d’assenso, così si esprime. Poi, come un prestigiatore imbarazzato, mostra cinque tulipani appena recisi.
Azzarda un sorriso. La donna ricambia:
“Vuole entrare ad aspettare che spiova?”, scandendo le parole.
L’uomo si toglie il cappello e varca la soglia. Dalla cameretta del bambino s’apre uno spiraglio inondato di luce, la base di un arcobaleno.