PROJECTS & STORIES | Radici sempre contemporanee
Radici sempre contemporanee
di Cristiana Colli
Ogni vino è una terra, una cantina, una storia. Ogni bottiglia è un messaggio, un desiderio, una promessa. Marchesi Antinori è un hub del valore e dei valori, tra vino, arte, cultura e architettura.
Non basterebbero sofisticate infografiche per restituire le influenze secolari, la trama minuziosa, i fili visibili e invisibili che connettono storie, persone, geografie, innovazioni, tracce e sottotracce che uniscono terra, territorio e simboli. Sono sufficienti poche cifre per definire la permanenza e l’infinito contemporaneo di questa famiglia – viticoltori, ma anche committenti, da seicento anni e ventisei generazioni. Sorride con gli occhi Alessia Antinori, allure e naturalezza di chi sa che questa lunga storia non è un destino ma un privilegio, un dono da onorare, trasmettere e condividere.La nostra famiglia è committente da secoli – racconta Alessia Antinori. Dal Rinascimento arte e vino sono parti di una stessa storia. In ogni epoca siamo stati contemporanei, ogni tempo è stato per noi il centro di edificazioni condivise con le comunità nel segno di una comune appartenenza. Naturalmente le comunità sono anche quelle temporanee – penso ai visitatori che accogliamo ogni giorno – e il radicamento ai luoghi è un tutt’uno con un’esperienza che comprende ma supera la dimensione del prodotto. È piuttosto uno stile, una pratica che ci appartiene.
Te duce proficio – ovvero, la ricerca dell’eccellenza – è il motto apposto sullo stemma della famiglia Antinori, originariamente disegnato dai Della Robbia; un’eccellenza che per secoli si è tradotta nel fare e nell’essere, nella continua elaborazione tra idee e valori, oggetti e paesaggi, luoghi e segni. Per questo ogni bottiglia, ogni vino con la sua cantina e il suo corredo genetico di unicità, non contiene solo il valore del terroir, ma la ricerca, la cura, i desideri, l’infrastruttura cognitiva del contesto, la comunità, il buon governo. Del resto la Toscana è il paesaggio eletto di quel tempo infinito dove lo sguardo incontra la permanenza nelle strade bianche e nei sentieri, tra edicole votive, filari e superstrade su cui scivolano la grande arte, le vie dei Santi, i cammini devozionali, i borghi e la cultura materiale che piace al mondo.
La cantina Antinori nel Chianti Classico a San Casciano in Val di Pesa, località Bargino, poggia sulla punteggiatura di colline che si lasciano attraversare, tra linee sobrie e monumentali – un po' fessure, un po' citazione delle curve di livello; è un opificio antico e contemporaneo dove si rinnova la tradizione dell’accoglienza, il dono del bello e del buono. La cantina è un’architettura visionaria, dove arte, paesaggio e produzione sono stratificazioni e dialoghi tra i materiali e i linguaggi. In questo luogo si lavora, si fa esperienza della cura e della trasformazione continua degli elementi, qui la nostra comunità professionale sviluppa progetti, talenti e conoscenze – racconta Alessia Antinori. La cantina Antinori nel Chianti Classico è pensata anche per il nostro capitale umano, come del resto il progetto Antinori Art Project con cui prosegue un atteggiamento di committenza che diventa modalità di relazione quotidiana con l’arte a una scala di prossimità, a una dimensione intima. Per chi lavora e per chi viene in visita. Ogni parte del sito, esterni e interni – dai sotterranei dove si produce, alle scale, ai cavedi, alla bottaia – ha il contrappunto di opere che ci sfidano con le loro interrogazioni, o ci chiedono contemplazione. Comunque e dovunque ci si sposti, si incontra l’arte.
In quella factory del contemporaneo tra maestose strutture in calcestruzzo e ammalianti geometrie elicoidali, tutto parla del tempo e della storia, della natura fragile ma irriducibile, tutto è fisico e spirituale insieme. A partire dagli elementi primi – gli alberi e il lavoro degli uomini – che diventano vino, olio, nutrimento – significati, nella sacralità del rito e del convivio.
La famiglia – intesa in senso ampio – è il nostro capitale più grande, l’asset più pregiato, il valore che genera valore. Solo la famiglia può permettersi di dire, come accaduto, se l’annata di un vino può uscire o meno nel caso in cui la qualità raggiunta non fosse quella desiderata. È la forza di una storia che vede il futuro, alla ricerca dell’altissima qualità senza compromessi. Dalla lunga, infinita parete vetrata che lascia entrare il paesaggio, i pensieri si affollano e si chiariscono. La terra chiede, la terra offre. Chiede radici e cammini, rigore e saggezza; semina dedizione e pazienza. Chiede tempo e cielo. Offre frutti, sapienza e conoscenza; miti valore e vita. Offre approdi.