PROJECTS & STORIES | #Viaggi nell’Archivio Giorgetti.Gazebo
Una collezione simbolo che segna il passaggio dal mobile in stile moderno
Di Cristiana Colli
Sono gli anni ’70, Giorgetti è un marchio celebrato, amato e riconosciuto in tutto il mondo, specialmente dal mercato americano. Ma soffiano i venti del cambiamento, ci sono vibrazioni nuove, si affermano altri stili e culture, è palpabile il desiderio di nuove forme. Carlo Giorgetti sente che il passaggio dal mobile in stile al moderno è nelle cose, e sa che sarà definitivo.
Nasce così la collezione Gazebo – dalla matita e dall’ingegno dell’ufficio tecnico, il Dipartimento R&D guidato da Umberto Asnago – nome easy, un inno alla leggerezza, all’aria aperta, l’elogio del colore con l’ortodossia intoccabile dell’alta qualità Giorgetti. Le idee sono chiare, l’ordine è citare il bambù e la sua percezione fluida tra indoor e outdoor ma utilizzare il legno massello. Frassino, un legno affidabile ma flessibile, facile da lavorare, solido e umile per accogliere finiture diverse, virtuosismi di colore, imbottitura, configurazione. Ma c’è un problema: come uscire dall’obbligo della linearità per entrare nel magico mondo delle curve con le scanalature che promettono di aprire alla varietà di modelli e sviluppi della collezione?
Il salto di specie accade qui, a conferma della tradizione meccanica intrinseca a tanta manifattura italiana. Giorgetti – che ha una lunga e costante pratica di innovazione incrementale su tutti i processi di produzione e sulle competenze trasversali legate alla selezione e lavorazione del legno – risolve la questione tecnica nell’officina dedicata e crea una macchina che incorpora il necessario upgrade tecnologico. Da quel momento Gazebo può svilupparsi nella molteplicità delle configurazioni. Ma non basta.
Sul piano del design e della comunicazione sarà il colore con laccatura a smalto a dettare l’identità. Una palette ricca per gusti decisi con il colore acceso, morbido, accogliente, allegro – il giallo, l’arancione, il blu, il rosso, il bordeaux; e una gamma all’insegna del ton sur ton e della sobrietà con colori pastello – azzurro, grigio, rosa, beige, bianco, nero, tortora, verde.
Per sostenere questa scelta originale si scelse la grafica di Adriano Suman fatta di un uso virtuosistico della tipografia che univa il carattere aggraziato del logotipo col bastone per la classificazione in numeri dei singoli prodotti con un packaging a rastrelliere curatissime, all’insegna dell’armocromia. Le bacchette di legno massello che citano il bambù erano ordinate come un pattern, una sequenza di geometrie trattenute da fettucce eleganti ed essenziali, a creare una trama e un ordito tra la precisione della forma e la seduzione del colore.
Gazebo è stata, ed è, una collezione ampia: sedie, poltroncine, poltrone, divanetti, tavolini, console, tavoli, madie. Per qualche tempo la produzione si spostò in Brasile, in una proprietà produttiva della famiglia Giorgetti, a Ilhéus-Bahia, per garantire la vicinanza ai mercati americani.
Sono gli anni ’70, Giorgetti è un marchio celebrato, amato e riconosciuto in tutto il mondo, specialmente dal mercato americano. Ma soffiano i venti del cambiamento, ci sono vibrazioni nuove, si affermano altri stili e culture, è palpabile il desiderio di nuove forme. Carlo Giorgetti sente che il passaggio dal mobile in stile al moderno è nelle cose, e sa che sarà definitivo.
Nasce così la collezione Gazebo – dalla matita e dall’ingegno dell’ufficio tecnico, il Dipartimento R&D guidato da Umberto Asnago – nome easy, un inno alla leggerezza, all’aria aperta, l’elogio del colore con l’ortodossia intoccabile dell’alta qualità Giorgetti. Le idee sono chiare, l’ordine è citare il bambù e la sua percezione fluida tra indoor e outdoor ma utilizzare il legno massello. Frassino, un legno affidabile ma flessibile, facile da lavorare, solido e umile per accogliere finiture diverse, virtuosismi di colore, imbottitura, configurazione. Ma c’è un problema: come uscire dall’obbligo della linearità per entrare nel magico mondo delle curve con le scanalature che promettono di aprire alla varietà di modelli e sviluppi della collezione?
Il salto di specie accade qui, a conferma della tradizione meccanica intrinseca a tanta manifattura italiana. Giorgetti – che ha una lunga e costante pratica di innovazione incrementale su tutti i processi di produzione e sulle competenze trasversali legate alla selezione e lavorazione del legno – risolve la questione tecnica nell’officina dedicata e crea una macchina che incorpora il necessario upgrade tecnologico. Da quel momento Gazebo può svilupparsi nella molteplicità delle configurazioni. Ma non basta.
Sul piano del design e della comunicazione sarà il colore con laccatura a smalto a dettare l’identità. Una palette ricca per gusti decisi con il colore acceso, morbido, accogliente, allegro – il giallo, l’arancione, il blu, il rosso, il bordeaux; e una gamma all’insegna del ton sur ton e della sobrietà con colori pastello – azzurro, grigio, rosa, beige, bianco, nero, tortora, verde.
Per sostenere questa scelta originale si scelse la grafica di Adriano Suman fatta di un uso virtuosistico della tipografia che univa il carattere aggraziato del logotipo col bastone per la classificazione in numeri dei singoli prodotti con un packaging a rastrelliere curatissime, all’insegna dell’armocromia. Le bacchette di legno massello che citano il bambù erano ordinate come un pattern, una sequenza di geometrie trattenute da fettucce eleganti ed essenziali, a creare una trama e un ordito tra la precisione della forma e la seduzione del colore.
Gazebo è stata, ed è, una collezione ampia: sedie, poltroncine, poltrone, divanetti, tavolini, console, tavoli, madie. Per qualche tempo la produzione si spostò in Brasile, in una proprietà produttiva della famiglia Giorgetti, a Ilhéus-Bahia, per garantire la vicinanza ai mercati americani.