ENVIRONMENT | Magica AI
Magica AI
Ha 28 anni e un blog su Instagram, è art director e consulente. Dal 2017 si occupa di intelligenza artificiale. La Rivista Studio lo ha definito un “pioniere” della prompt art, che usa un variegato insieme di intelligenze artificiali e comandi testuali. Abbiamo chiesto a Vittorio Maria Dal Maso di raccontarci cosa sta succedendo nel multiverso dell’IA e di illustrarlo con alcune immagini riprodotte qui.
Di Francesca Molteni
FM Cominciamo da te, Vittorio. Qual è esattamente la tua professione? Come ti definisci?
VMDM La definizione e abbastanza liquida, ma in modo sintetico direi artista e designer, anche se nel mio lavoro c’è molta consulenza, direzione creativa e progetti speciali. Ma se riesco a fare cose che non stanno né in cielo né in terra, non c’è una vera definizione. Ed e anche il simbolo della nuova tecnologia con cui lavoro, che entrerà in ogni industry. Il mio obiettivo e una consulenza quasi filosofica, legata alla semiotica di quello che i brand vogliono comunicare. Il mio motto e che cambierai tutto, ma alla fine non cambierà niente. Per quanto potremo creare immagini, quello che rimarrà sarà sempre il simbolo, l’archetipo. Che io abbia generato la foto di un orso o che io l’abbia ripreso, il simbolo orso rimarrà sempre lo stesso. E quindi, data una libertà totale di azione, la cosa più interessante sarà limare molto bene l’intenzione dietro alla creazione di un’immagine. Leggevo che si sta passando dall’era dell’informazione all’era della curatela. In un modo o nell’altro, diventeremo tutti curatori di output.
Oggi su Instagram ho condiviso un tweet di Elon Musk che rispondeva a un altro tweet e diceva che entro il 2040 avremo 1 milione di robot umanoidi che girano per il pianeta Terra. Tu avrai il tuo, io avrò il mio. E il 2024 e iniziato proprio con il leitmotiv della robotica. Samsung ha droppato il robot, LH ha droppato il robot, Elon Musk ha droppato il robot degli aggiornamenti del robot che aveva già rilasciato. Ne è uscito unaltro di Google, che si chiama Aloha e riesce a cucinare, fa le omelette. Se molte cose pratiche potranno essere fatte da braccia robotiche, a noi non resterà che l’intenzione, la decisione di come far muovere queste macchine.
FM Raccontaci il tuo percorso, come si diventa curator o artisti digitali?
VMDM La mia storia e un po’ strana. Ho studiato branding allo IED, vengo da una famiglia veneta molto orientata al lavoro, e ho sempre avuto questo approccio ma anche una mia sensibilità più artistica. È stato molto importante il lavoro di mio padre, avvocato di serial killer per vent’anni. Sono cresciuto sentendone di tutti i colori e vedendo foto di tutti i tipi. Al punto che ho cominciato a domandarmi quale fosse la verità dietro al bene o al male. Quindi ho cominciato a studiare quello che in filosofia si chiama determinismo e che ritiene che tutto quello che succede, che tu sia buono o cattivo, e determinato da cose che non potevi controllare. Ho iniziato poi a studiare la cultura indiana, l’alchimia, l’ermetismo, il Tao. E mi sono reso conto che cercavo dei maestri – in Italia ci sono i maestri di bottega, e poi ci sono i garzoni, mi sono detto che volevo fare il garzone. E ne ho trovati, di maestri. Per esempio, Giorgio Di Salvo, scrittore e designer molto rispettato nel design underground internazionale, che ha curato il primo brand di Kanye West e ha una pratica quasi monastica nel suo approccio. Altri invece, meno legati al mondo dell’immagine, mi hanno insegnato a interfacciarmi con i simboli. Ho conosciuto alchimisti, personalità curiose che mi hanno fatto capire che alla fine tutto quello che noi vediamo nel mondo e simbolico. E, anche ispirato da una frase di Rudolf Steiner che dice che è finita l’era del cavalcare la tigre ed è iniziata l’era di entrare nella pelle del drago e dominarlo, ho pensato che dovessi entrare nel sistema. E sono entrato nel mondo dell’immagine. Non ho mai mandato un curriculum, non ho mai lavorato per un’azienda ma, puntino dopo puntino, ho tracciato un disegno che mi ha portato a unire la mia ricerca simbolica a quello che è la richiesta dell’industria dell’entertainment oggi, che non ha bisogno d’altro che di vendere immagini. L’immagine e molto legata alla magia, che e un tema a me caro, e che ha a che fare con l’imagos. Per fare una magia, ci vogliono tre elementi base: il sigillo magico, la formula magica e il rituale magico, che e un’azione per fortificare il simbolo.
Pensiamo a Harry Potter e alle uniche entità che fanno magia oggi, i brand. Perché un logo e un sigillo, offre una formula magica, una campagna pubblicitaria e un rituale, e l’intenzione e sempre quella di vendere un prodotto. Così ho deciso di entrarci dentro, conoscere i codici e lavorare per il bene. E l’intelligenza artificiale e la mia spada laser, perché posso generare mondi. Samsung la settimana scorsa ha rilasciato i suoi schermi trasparenti; quindi, la tecnologia per avere uno schermo negli occhiali comincia a esserci, e qualcosa di simile ai visori. Sara come entrare all’interno di mondi. Qualunque brand o persona, anziché avere un account, avrà dei mondi in cui entrare e bisognerà stare attenti. Comincia l’era del multiverso, della multidimensionalità, di nuovi spazi d’esperienza.
FM Ci spieghi come lavora l’intelligenza artificiale per restituire un’immagine che è generata da te insieme a una macchina?
VMDM Proprio ieri ho visto un TED talk con Francesco D’Isa, artista digitale che stimo molto e direttore della rivista L’Indiscreto. La prima cosa che dice e sempre: “L’intelligenza artificiale ucciderà l’arte? E una domanda che ci poniamo da 1000 anni, e l’arte non è mai morta”. E poi si chiede: “Sei tu che crei l’opera d’arte o la macchina? Sei tu che crei l’opera d’arte con l’ausilio della macchina”. Nello stesso modo in cui usi il pennello, che in effetti e uno strumento hi-tech rispetto al petroglifo, e technè. Rimane sempre il tema dell’intenzione, anche con l’IA. Cosa fare? E proprio il nuovo mondo, il modo in cui gestiamo le immagini. Continui a limare e a limare, come se fosse un blocco di marmo da cui partiva Canova. E da questo blocco continui a togliere, finché non crei l’immagine. Michelangelo diceva una cosa del genere. La stessa cosa con l’IA.
FM Quali sono i tuoi riferimenti? Dove fai ricerca? Ho visto una foto nel tuo profilo IG con qualcuno che definisci “God”, chi è?
VMDM È Rick Rubin, un personaggio mistico dell’industria discografica mondiale, e un producer. È considerato letteralmente Dio per aver creato la prima etichetta al mondo di musica hip hop, il nuovo rock, e per aver collaborato con alcune delle più grandi rockstar del mondo. Ha riportato in auge Johnny Cash, dopo che era uscito di scena, e ha prodotto quasi tutti gli album di Kanye West, degli Slipknot, i cattivoni dell’hard metal, e di Adele. Ha scritto un libro, The Creative Act: A Way of Being, che è diventato un bestseller nel mondo. Parlavamo di intelligenze artificiali e gli ho chiesto cosa ne pensasse, e alla fine abbiamo convenuto che, come dicevo, cambierà tutto per non cambiare niente. Ci sarà sempre un’anima che controlla le cose. Per esempio, ho amici molto nostalgici dei tempi passati. Ma tutte le persone del passato che stimano, da Fellini a Battiato, hanno giocato con le nuove tecnologie disponibili. Fellini poteva diventare un pittore, e invece ha usato la macchina da presa che era hi-tech all’epoca. Battiato usava i sintetizzatori modulari, appena usciti, uno strumento di cui i musicisti scrivevano sui giornali dicendo che quella non era vera musica. In generale tutta la musica, per come e fruita oggi, e data solo dalla tecnologia. L’arte di per sé e proprio il mondo in cui le cose non sono date, ma si cercano di definire di volta in volta. Ho tanti amici pittori e credo che la cosa più rivoluzionaria che puoi fare oggi, in questo mondo digitale, sia prendere un pennello e dipingere. Allo stesso tempo, un altro modo per parlare della nostra contemporaneità e proprio riflettere queste tecnologie in una pratica artistica. Ed è quello che io mi sto accingendo a fare. Penso che molte delle grandi menti illuminate del passato, se avessero l’IA, si divertirebbero molto.