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Far East, dove le cose succedono
di Roberta Busnelli
Dall’India a Taiwan, dal Giappone alla Nuova Zelanda, con tutto ciò che sta nel mezzo, il logo Italia rimane un mito, sogno da possedere e status symbol da raggiungere. È il Far East immenso, terra di conquista al tempo del veneziano Marco Polo e oggi rotta privilegiata di una quantità sempre maggiore di beni materiali e immateriali italiani, ambasciatori di cultura e lifestyle, punta di diamante della nostra economia e produzione manifatturiera.
È il dragone cinese, sorta di Eldorado dell’arredo, a trainare come una locomotiva a tutto vapore. Secondo molti esperti del settore, nel giro di pochi anni potrebbe diventare uno dei primi tre mercati per dimensioni e interesse ai quali i brand di alta gamma dovranno guardare. Siamo in tanti a puntare sull’Asia. È il continente dove le cose succedono, racconta Fabrizio Monachesi, Asia Pacific Sales Director di Giorgetti Group e Managing Director di Giorgetti Asia Private Limited, il branch della casamadre, creato cinque anni fa. I progetti ci sono, i finanziamenti e gli investimenti anche. Abitando e lavorando lì, lo avverto ancora di più. È l’unico continente che ancora continua a crescere.
Nel 2019 Federlegno ha esportato in Cina il +494% rispetto al 2018. Nel 2012 il mobile era il 22esimo comparto del Made in Italy a far breccia nel mercato della Repubblica Popolare Cinese, nel 2017 era già il 17esimo, e nel 2020 il quarto per giro d’affari. E le previsioni sono ancora più incoraggianti. La Cina è diventata il più grande acquirente straniero dei nostri prodotti, rappresentando circa la metà delle vendite internazionali, cresciute anche nel 2021, con un trend positivo che prosegue a ritmo serrato. Giorgetti Group è il primo a esserne convinto. La presenza del brand sul mercato cinese conta attualmente ben 12 monostore, tra Beijing, Shanghai, Xiamen, Shenzhen, Guangzhou, Nanjing, Ningbo, Foshan e Hangzhou, con aperture previste nel biennio 2022-2023 in altre super metropoli.
Oltre i confini del gigante asiatico, il Gruppo ha consolidato la sua visibilità con tre monomarca e quattro shop-in-shop in Corea del Sud – a Seoul, Busan e Daegu – e tre showroom a Taiwan – uno già esistente, a Taipei, e gli altri due in programma a breve in altre città. Il 2022 vedrà anche il ritorno del brand in Giappone, dopo un’assenza ventennale, con l’apertura di un monobrand a Tokyo. Dalla sua postazione a Singapore, osservatorio strategico su tutta l’area del Pacifico, Monachesi non ha dubbi: Sicuramente per noi la Cina è il primo mercato, è quello che traina la crescita di tutta la regione Asia-Pacifico e che ci sta portando su livelli assolutamente impensabili. Il 2020, ovviamente, è stato un anno di sofferenza perché la Cina è stata la prima a fermarsi, facendo crollare a cascata tutto il Far East. Il 2021, con cifre alla mano, è stato per Giorgetti il miglior anno nell’area in 124 anni di storia.
La clientela cinese che sceglie il prodotto di design italiano di alto livello, vero apripista e trendsetter del futuro, sta cambiando. È sofisticata, informata e spesso sa riconoscere la vera qualità. L’immagine stereotipata di un popolo cheap and fast, forse oggi è una caricatura, frutto di una visione eurocentrica datata. I tempi cambiano, in Cina anche velocemente. Giorgetti, con le sue peculiarità e i suoi valori è ormai un brand ampiamente riconosciuto in Cina, prosegue Monachesi.
Anche il Giappone è un Paese che apprezza ed esalta la tradizione. Le aziende che possono vantare un “vessillo blasonato” e che nel tempo si sono dimostrate vincenti hanno sicuramente una marcia in più sul mercato. Il consumatore giapponese è sempre un “osso duro”, apprezza il design tout court, non ha bisogno di esibirlo, semplicemente è nel suo dna, come in quello italiano. La tradizione estetica giapponese è millenaria, confermata oggi da numerosi premi Pritzker, e l’attenzione al dettaglio è maniacale, concorda Monachesi. Controllano la qualità del prodotto nei minimi particolari, ma danno tanta soddisfazione, interagire con loro è un piacere. Conoscono la storia del design meglio di molti di noi e snocciolano nomi di architetti e designer italiani in scioltezza. Questa cura, amore e sapere si sposano perfettamente con Giorgetti.
Un passaggio strategico fondamentale per la penetrazione del design Made in Italy in Estremo Oriente è la selezione di partner affidabili e in sintonia con la visione e il mood del brand. Sono i partner, chiave di apertura al mercato, a mettere in relazione il consumatore finale con l’oggetto e il suo valore. La solidità della struttura dei nostri interlocutori, la disponibilità di ampi spazi espositivi per poter comunicare l’intera gamma del lifestyle Giorgetti e la capacità di interpretare e trasmettere il brand in maniera corretta, continua Monachesi, sono i criteri con cui selezioniamo i nostri partner. Cerchiamo di entrare in “ambienti” che rafforzino l’idea di Giorgetti come prodotto esclusivo.
Se il futuro del design Made in Italy è nel Far East, Milano rimane la vetrina internazionale indiscussa. Il Salone del Mobile è fondamentale per il mercato asiatico. Tutti i nostri partner vengono al Salone, nessuno escluso, conclude Monachesi. Nel backstage, dietro la vetrina luccicante e lontano dalle geografie dell’immenso e conquistato Far East, la Brianza e il Veneto, veri artefici occulti di tanta bellezza e maestria, scrutano la rotta verso Oriente, forse increduli del lungo viaggio percorso. Hat off.