EYE ON ART | Lo sguardo di Gianluca Folì
Lo sguardo di Gianluca Folì
di Roberta Busnelli
“C’è sempre molta mia vita quotidiana nelle illustrazioni che realizzo. Che siano commissionate oppure no, ne trovo traccia. Nella consuetudine di ogni giorno, c’è spesso bisogno di un continuo scambio con “l’altro” – non necessariamente verbale, non necessariamente gestuale – dietro il quale ritroviamo comunque la cura e il rinnovo di un rapporto, che sia fra persone, oggetti o creature varie. Ecco che giochi di sguardi, tocchi leggeri, spazi sospesi creano un apparente equilibro fra le parti, incorniciate in un momento, quasi onirico, di vita comune." —Gianluca Folì
Il libro d’artista pubblicato di recente per celebrare i 20 anni di carriera dell’illustratore Gianluca Folì si intitola Ostinato sguardo. Un comportamento che il senso comune considera maleducato ma che in realtà cela una pratica virtuosa, quella di saper elaborare una personale “teoria delle cose”.
Ostinato è lo sguardo dell’artista romano Gianluca Folì. Da bambino, nella provincia romana, sfoglia Le mille e una notte illustrato da Gustave Doré e i fumetti acquistati in edicola, rubando con gli occhi le immagini di strada di autori ignoti – un manifesto pubblicitario, una locandina della sagra del paese, un cartellone cinematografico. Osserva tutto ciò che ha forma e colore. E così va a riempire il suo “baule”, quello che si portano dietro i bambini per riporvi tutte le scoperte, le magie al di fuori di loro. Forse non ha ancora chiaro chi vuole diventare, ma il suo sguardo lo sa. Ostinata è la sua tenacia, quando gli dicono di trovarsi un lavoro “serio” e dedicarsi al disegno come passatempo.
Ci prova, senza crederci. Non ha e non vuole “piani B”. Il percorso di studio e di sguardo, la ricerca di un proprio intimo vocabolario, persino gli errori e i tentativi falliti gli hanno dato ragione. Il suo sguardo diventa autoriale. Smette di leggere e inizia a creare.
Folì comunica con le cose, utilizzando nel visivo il correlativo oggettivo poetico di Thomas Eliot ed Eugenio Montale, che altro non è se non la rappresentazione, in versi, delle emozioni attraverso gli oggetti. È la poetica degli oggetti di Montale.
In fondo, le parole sono immaginifiche, aprono a esperienze sensoriali, e “pesano quanto le immagini”. Sono entrambe pensieri in libertà e racconti, espressi con linguaggi differenti. Non è un caso che Folì costruisca le sue immagini partendo da narrazioni, da trasformare con un gesto alchemico nelle forme e nei colori, nel tempo e nel ritmo del visivo.
La forza creativa di Folì è bilanciata da una tecnica funambolica, in felice e magico equilibrio tra disegno e colore, tra realtà e fantastico. L’approdo a “un codice più diretto”, fatto di sintesi e semplificazione, ha segnato lo spartiacque tra il prima e il dopo dell’artista.
La progettazione prosegue per sottrazione, abbandono, liberazione. “Il suo obiettivo – scrive Cristiano Guerri, art director di Feltrinelli – sembra più orientato a suggerire ed evocare piuttosto che semplicemente rappresentare.”
Per Gianluca Folì, dai modi pacati e riservati, “forse è quello che non dici che rimane”. Possibile, ma le sue immagini, poetiche e romantiche, sembrano uscire dalla pagina e dire molto più di quello che vorrebbero tacere.
Gianluca Folì è un illustratore italiano che vive e lavora a Roma. In oltre 20 anni di lavoro ha realizzato illustrazioni per Epson, Feltrinelli, Suzuki, GoDaddy, Lonely Planet, Gambero Rosso, Mondadori, Einaudi Editore, Fendi, Alfa Romeo, Max Mara, Les Echos, Taschen. Nel 2021 ha pubblicato Ostinato sguardo, il suo primo libro d’artista, per ILIT Books.